Arrivano gli incentivi per promuovere il made in Italy
Per disincentivare la contraffazione, il MISE ha pubblicato due bandi in difesa di marchi e brevetti italiani.

La contraffazione è una questione sempre verde, purtroppo. L’artigianato e le piccole imprese italiane sono un’importante risorsa per l’economia della nostra penisola. Per disincentivare il fenomeno e promuovere il Made in Italy, il MISE ha pubblicato due bandi: Marchi +2 e Disegni +3. Il primo è partito dieci giorni fa. Per l’altro bisogna attendere il 2 marzo. L’obiettivo è recuperare i costi di registrazione del marchio, soprattutto per chi lavora con l’estero.
Marchi +2 prevede un sostegno per l’estensione all’estero (area UE e non UE) del marchio dell’impresa. Il budget messo a disposizione attraverso il bando è di 2.800.000 euro. L’idea nasce osservando la situazione delle piccole imprese italiane. Quelle che vendono all’estero si appoggiano a distributori che spesso non valorizzano le caratteristiche di un singolo prodotto. Con la registrazione, l’imprenditore è più tutelato e il distributore è subordinato al marchio. Il progetto coinvolge le registrazioni di marchi internazionali presso OMPI e di marchi comunitari pressoUAMI.
«Marchi +2 è un impegno sul fronte dell’internazionalizzazione e dell’e-commerce. Sono un incentivo non solo per le imprese, ma per tutto l’indotto produttivo e dei servizi (per la progettazione del marchio, le attività di comunicazione e la consulenza). Aiuta le MPMI apprezzate all’estero e presenti in nicchie di mercato. Serve inoltre a sostenerle nel ri-progettare la propria impresa anche oltre i confini tradizionali», spiega Andrea Scalia, Responsabile Settore Innovazione e Reti di Confartigianato.
Disegni+3 partirà invece a Marzo. L’area è specifica: disegni e modelli industriali. L’obiettivo è incoraggiare la loro realizzazione e la loro vendita a livello internazionale. Le risorse messe a disposizione ammontano a 4.700.000 euro.
«Il progetto – spiega Scalia- consente alle MPMI di approcciare un tema a lungo ritenuto ostico, quello della proprietà industriale. Il Design oggi è un motore essenziale di sviluppo forse uno dei più potenti, anche più dell’ICT. Uno strumento importante sia per esprimere la propria creatività sia per “difendere” la paternità dei nostri prodotti. Ovviamente avvalersi del diritto industriale è fondamentale oggi anche e soprattutto per le MPMI. Le grandi industrie hanno potenti strumenti di tutela. I piccoli rischiano di essere copiati da imprenditori senza scrupoli in giro per il mondo. Dobbiamo augurarci che tali incentivi siano confermati dal Governo nel tempo».
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